Il mercato di via De Bustis: la casbah che non muore mai

Insieme ad Antignano, è da sempre uno dei mercati rionali principali del Vomero. L’area denominata come “mercato De Bustiis” o “Casale De Bustis” è il luogo preferito in cui i residenti del Vomero e dell’Arenella si recano per fare shopping. Dall’abbigliamento ai generi alimentari, dai prodotti per la casa all’intimo fino alle giacche all’ultima moda: nel mercato De Bustis c’è davvero di tutto. Sia nelle aree al coperto che in quelle all’aperto, infatti, c’è sempre una gran folla di persone, un via-vai di clienti a caccia dell’affare o dell’acquisto che in altri luoghi è difficile trovare. Più volte, però, l’area di via De Bustis ha rischiato di essere cancellata o da fantasiosi progetti comunali oppure dalle lamentele di chi ha sottolineato, negli anni passati, la presenza di ambulanti non autorizzati ed il continuo rischio di scippi nel mercato De Bustis. Tuttavia, mentre il borgo Antignano è stato praticamente liberato dalle bancarelle che vendevano soprattutto generi alimentari, il “Casale De Bustis” resiste e continua a vivere. Non solo, oggi si contano anche due pagine registrate su Facebook intitolate proprio al mercato vomerese, una delle quali è curata dal “Comitato dei commercianti di via De Bustis”, intenzionati ad ottenere tutela e maggiori servizi dal Comune per poi garantire alla clientela, a loro volta, un servizio migliore. Non mancano, ancora oggi, nel mercato di via De Bustis, presenza abusive così come alcuni ambulanti si estendono fin sopra al marciapiede di via Tino di Camaino, rendendo – insieme a qualche extracomunitario – quasi del tutto impraticabile quella che dovrebbe essere un’area destinata ai pedoni. Inutili, finora, le proteste dei residenti vomeresi e di coloro che chiedono ai vigili urbani almeno di far rispettare le più elementari norme igienicosanitarie nonostante una pattuglia della Polizia municipale stazioni tutte le mattine in piazza degli Artisti, proprio a pochi passi dal mercato De Bustis. Nota a tutti i vomeresi è la ormai famosa vicenda (sarebbe meglio dire “tarantella”) del trasferimento del mercato De Bustis dalla sua attuale collocazione all’area comunale al coperto di via Dell’Erba. Un progetto, quest’ultimo, che non è stato ancora realizzato e che prevedeva la costruzione di box privati nel sottosuolo dell’area De Bustis. Un parcheggio, dunque, l’ennesimo, dovrebbe far sloggiare lo storico mercatino vomerese. E così via De Bustis diventerebbe un’area fantasma, come lo è già diventato il borgo Antignano. I commercianti di via De Bustis, intanto, si sono opposti con fermezza al progetto comunale. E i residenti sono già stanchi dei troppi cantieri da aprire per la costruzione di parcheggi interrati privati: saranno ben 12 e sorgeranno tutti al Vomero. Una coincidenza?

Piazza Quattro Giornate ripulita dai volontari del Vomero

Armati di scope e palette, i residenti del Vomero hanno ripulito, domenica 13 novembre, i giardini pubblici di piazza Quattro Giornate. L’area verde situata a ridosso dello stadio “Arturo Collana”, infatti, era ridotta da mesi in stato di degrado ed abbandono con la sporcizia che ormai l’aveva resa una zona quasi impraticabile per i bambini. Un paradosso: i giardini attrezzati per i più piccoli negati proprio a loro. Nelle scorse settimane anche altre zone della quinta Municipalità, Vomero-Arenella, erano state ripulite grazie ad iniziative spontanee organizzate dai residenti. Tra queste, anche piazza Immacolata, dove alcuni giovani volontari ripulirono non solo il manto stradale ed i marciapiedi, ma anche i muri imbrattati e coperti da numerosi manifesti pubblicitari abusivi. “È oramai troppo tempo che questi importanti giardini versano in condizioni pietose sotto il profilo igienico, estetico e agricolo – spiegano in un comunicato i residenti – . Abbiamo raccolto le sollecitazioni dei cittadini per una necessaria opera di pulizia per una nuova stagione di rinascita per l’area dello stadio Collana”. I residenti si sono incontrati muniti di guanti da lavoro, rastrelli, piantine, zappette, carriole, innaffiatoi e tutto quello che potesse abbellire i giardinetti. L’evento ha rappresentato anche l’occasione per i residenti di entrare in contatto con altri cittadini che non vogliono il degrado e l’abbandono, ma intendono fare qualcosa per far progredire il proprio quartiere.

Rifiuti ingombranti in strada: sembra la fiera della casa

Divani, lavatrici e cartucce per le stampanti. Si trova di tutto in strada, nel quartiere Arenella, dove passeggiando si possono incontrare facilmente oggetti di arredamento abbandonati in strada ed elettrodomestici distrutti. La zona collinare, nonostante le segnalazioni di rifiuti ingombranti nelle vie che partendo da via Pietro Castellino conducono a piazza Arenella, continua a vivere una situazione imbarazzante in quanto allo smaltimento di tali rifiuti. Non è un caso, infatti, che in via D’Amelio alcuni residenti abbiano notato la presenza di circa trecento cartucce per stampanti imballate e abbandonate in un sacco nero della spazzatura. Le verifiche effettuate dalle forze dell’ordine sono servite solo per confermare quanto ormai già si era capito e cioè che si trattava di rifiuti “speciali” abbandonati in strada senza rispettare la legge. Le cartucce erano scadute da oltre due anni nonostante l’integrità degli imballi e, secondo la normativa adottata recentemente dal Ministero dell’Ambiente, andrebbero raccolte tramite “eco box” per il trasporto e il successivo smaltimento in discarica o rigenerazione presso un impianto autorizzato. Nonostante la normativa vigente favorisca sia il recupero che lo smaltimento dei rifiuti speciali, così come di quelli ingombranti, all’Arenella il normale sversamento di tali materiali appare ancora lontano. L’ultimo esempio nella scale di via Nuvolo dove qualcuno ha pensato bene di gettare un televisore.

Strade sprofondate: anni di sprechi e lavori sbagliati

Strade che sprofondano e traffico in tilt. Sono le conseguenze di anni di assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria per le strade nell’area collinare del capoluogo partenopeo si stanno facendo sentire pesantemente sin dalle prime piogge e purtroppo siamo solo agli inizi, visto che da poco è iniziato l’autunno. Non è difficile prevedere che, nelle prossime settimane, altri avvallamenti si possano trasformare in buche o voragini, non appena riprenderà a piovere. Come del resto, purtroppo, è accaduto anche negli anni passati. Dopo il dissesto sulla carreggiata di via D’Annibale, transennata e poi riaperta al traffico, è stata la volta di via Domenico Fontana, dove si è aperta una voragine di circa tre metri di diametro, fortunatamente senza coinvolgere auto o persone. Gli automobilisti provenienti o diretti alla zona ospedaliera sono stati costretti a giri tortuosi a bordo delle loro vetture a causa della chiusura di diverse arterie. E, parlando di strade ancora chiuse al traffico, non ci si può dimenticare di citare l’ormai famoso ponte di via Cilea, interrotto dal mese di aprile senza che siano mai iniziati i lavori di messa in sicurezza. Ci si continua a chiedere che fine hanno fatto i milioni di euro messi a disposizione negli anni scorsi per la gestione commissariale, istituita proprio per il dissesto del sottosuolo napoletano. Un fiume di denaro pubblico, evidentemente speso male, visto lo stato del sottosuolo.

Scale mobili fuori uso. Tanti disagi e zero informazioni

Si fa presto a dire “città verticale” e mobilità a misura di cittadino. La realtà, a Napoli, purtroppo è molto diversa ed in particolare al Vomero, quartiere dove l’utilizzo di ascensori, scale mobili e dispositivi automatici di trasporto per le persone, diventa indispensabile se solo si considera l’alto tasso di anziani e la conformità stessa del quartiere, pieno di salite. Eppure, nonostante ciò, ancora una volta le scale mobili hanno subito un guasto negli ultimi giorni. Dopo quelle di via Cimarosa, infatti, si sono fermate anche le scale mobili di via Morghen con disagi per centinaia di persone, per lo più anziane, che quotidianamente sono costrette a salire le vecchie scale in piperno per raggiungere le loro abitazioni. Nessuna informazione per l’utenza sulla data in cui esse verranno riattivate ma ciò che lascia perplessi è il ripetersi costante, mese dopo mese, degli stop agli impianti elettronici del Vomero. Un sistema intermodale, quello delle scale mobili, di collegamento tra il metrò collinare e le stazioni superiori delle funicolari che, quando fu inaugurato, in pompa magna, il 16 ottobre del 2002, fu presentato come il fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale, ma che in tutti questi anni ha palesato diversi problemi dal momento che il fermo ha riguardato decine di volte almeno una delle tre rampe realizzate. Forse, a questo punto, sarebbe il caso di analizzare meglio le problematiche che puntualmente portano allo stop degli impianti.

Strisce blu e fermate del bus occupate dai cassonetti

Le strisce blu, in alcune zone del Vomero e dell’Arenella, non bastano per i residenti. Soprattutto nei fine settimana, quando nella zona collinare si registra un notevole aumento di vetture provenienti dagli altri quartieri e dalla provincia, per i vomeresi è sempre più difficile trovare un posto in cui parcheggiare l’automobile. Ma ad occupare gli stalli della sosta a pagamento non solo solo altre automobili che giungono al Vomero durante i week end, bensì anche la fastidiosa presenza dei contenitori per la raccolta differenziata che puntualmente non vengono posizionati nelle strisce gialle a loro destinati ma in quelle blu. Come se non bastasse, poi, come segnala Sabino Genovese, portavoce dei residenti di via Santa Maria della Libera e membro dell’Assoutenti Vomero, “troppo spesso le campane della differenziata ed i cassonetti dell’Asìa occupano non solo le strisce blu ma anche le fermate degli autobus”. “Appare opportuno – spiega un commerciante di via Suarez – che l’attività del Comune non si limiti solo a mettere quanti più bloccaruote possibili alle auto in divieto di sosta, bensì l’amministrazione comunale dovrebbe anche liberare i posti nelle strisce blu occupati dai cassonetti della spazzatura e distribuire meglio i vigili urbani sul territorio dal momento che questi si muovono solo a gruppi e nelle vie principali del quartiere non riuscendo a governare il traffico.

Al Vomero s'investe: ecco la Banca dei giovani

Apre in via Scarlatti la filiale Superflash del Banco di Napoli: un punto di riferimento per le generazioni future, il nuovo modo di fare banca a sostegno dei giovani. Grande rivoluzione al Vomero. Finalmente sbarca anche nel quartiere collinare il progetto Superflash. Di che cosa si tratta? E’ la nuova filiale del Banco di Napoli, situata in via Scarlatti, pensata ed ideata esclusivamente per i giovani, fascia under 35. Aperta solo nel pomeriggio, anche di sabato, il punto del gruppo Intesa SanPaolo mette a disposizione un internet point, organizza eventi ed incontri culturali ed artistici e valorizza i gruppi musicali emergenti. L’obiettivo è di sostenere i giovani con pacchetti e prodotti finanziari ad hoc, fornire incentivi e supporti concreti per trasformare in realtà, in vere e proprie imprese, le idee più brillanti. Il tutto si svolgerà e si svilupperà in un contesto giovanile, dedicato al mondo dei ragazzi di oggi, quei ragazzi che continuano a sognare, a fare progetti ed a sostenere le proprie idee. Lo sportello del Vomero è il terzo in Italia, dopo Milano e Torino, ad aprire i battenti per quella che gli stessi vertici del gruppo finanziario hanno definito un’affascinante avventura. Ma perché scegliere proprio Napoli ed il quartiere vomerese? Dati alla mano, la città partenopea possiede la popolazione più giovane del Paese e dunque costituisce un mercato interessante e una buona fonte di investimento nella fidelizzazione di clienti futuri. Considerando, poi, che fino a questo momento i ragazzi partenopei non hanno mai avuto nessun tipo di sostegno per mettere su un’impresa, allora il gioco è fatto. La macchina ha tutte le potenzialità per funzionare. In pratica la banca mette il ragazzo in condizione di realizzare i suoi progetti, lo aiuta, lo guida, valorizza le sue passioni e gli fornisce i mezzi finanziari necessari per creare un’attività. Il giovane, a sua volta, accoglie ben volentieri la proposta e sfrutta la possibilità ed il sostegno che gli vengono garantiti e così, pian piano, diventa cliente. Un’iniziativa quella del Banco di Napoli che cerca, dunque, di mettere in primo piano la realtà giovanile partenopea. Una realtà tanto affascinante quanto difficile. Se è vero che il numero di giovani che si mettono in proprio è infatti maggiore rispetto al Nord, è anche vero che queste scelte sono per la maggior parte dei casi dettate dalla mancanza di altre situazioni lavorative. E molte sono le imprese che purtroppo dopo poco tempo vanno in difficoltà per l’assenza di supporti nella pianificazione finanziaria e per la sterilità di molti settori oramai obsoleti e poco innovativi, come ad esempio il commercio e l’edilizia, e fortemente segnati dalla crisi economica. All’inaugurazione del 28 ottobre ha partecipato Massimo De Andreis che è a capo del centro di ricerche SRM del Banco di Napoli il quale è intervenuto ponendo l’accento sulla necessità a Napoli di una banca che comprenda ed affianchi, anche con consulenze e spiegazioni adeguate, tutti i giovani che decidono di intraprendere la strada dell’imprenditorialità perché al Sud la vita è più complessa e in particolar modo perché proprio nel meridione si è registrata la più alta tendenza all’acquisto di prodotti finanziari on line per l’avviamento di progetti riguardanti l’imprenditoria o la formazione. Stando così le cose, dunque, quale migliore città se non Napoli per aprire un altro sportello Superflash? Il direttore generale del progetto, Marco Morelli, ha spiegato che “per la creazione del marchio Superflash sono stati interpellati tutti i giovani che si conoscevano per indagare e capire quali fossero le esigenze ed i sogni da sostenere e portare avanti”. “Quindi – prosegue Morelli – abbiamo arruolato per la nuova sfida solo ed esclusivamente personale under 35. Invito tutti ad andare sul sito di Superfalsh per conoscere quali sono i vantaggi offerti dai nostri prodotti finanziari. Ci troviamo – conclude il direttore del progetto – di fronte ad una vera rivoluzione nel modo di fare banca”. Insomma, le basi sono state poste, le potenzialità ci sono tutte, ora si dovranno raccogliere i frutti.

Forum delle Culture, c'è il vomerese Caruso

Dal milanese Roberto Vecchioni al vomerese Francesco Caruso: sarà l’ambasciatore italiano all’Unesco ad affiancare il cantautore milanese alla guida del Forum delle Culture. Caruso è stato scelto dal presidente della Regione Stefano Caldoro come direttore generale dell’evento che si svolgerà a Napoli dal 10 aprile al 21 luglio 2013. «Abbiamo affidato la direzione del Forum, un grande evento internazionale, a una riconosciuta personalità – spiega Caldoro – in possesso delle competenze necessarie per valorizzare al meglio i siti Unesco delle cinque province. Con l’ambasciatore Caruso si punta in maniera convinta alla internazionalizzazione dell’appuntamento». Napoletano del Vomero, 71 anni, studi alla Facoltà di Scienze politiche della Federico II, Caruso ha incominciato la carriera diplomatica nel 1968. È stato, tra l’altro, ambasciatore d’Italia a Tunisi, console generale a Parigi, capo gabinetto del ministero degli Esteri nel 2001. Dal 2002 è capo della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unesco e dal 2008 consigliere speciale dell’organismo delle Nazioni Unite. Per il vomerese Caruso, infine, il Forum delle Culture non è un territorio inesplorato: come rappresentante dell’Unesco, ha partecipato a tutte le edizioni precedenti.

Lo spot di presentazione de "Il Vomero e dintorni"

I parcheggiatori abusivi su Google maps

Sul sito “Google maps” è possibile visualizzare una mappa dei parcheggiatori abusivi di Napoli stilata da un lettore, un cittadino attivo che si è preso la briga di denunciare il fenomeno utilizzando i nuovi strumenti che offre il web. Per guardarla basta cercare su Google le seguenti parole: “google maps parcheggiatori abusivi napoli”. Per visualizzare tutti i segnaposti contemporaneamente potete cliccare su "visualizza con google earth" (se avete google earth o dopo averlo scaricato). Cliccando su ciascun segnaposto potrete avere informazioni relative a costi, capienza, insistenza, orari ed altro. La città è controllata dai parcheggiatori. Ogni ospedale, scuola, università, cinema, teatro o supermercato ha il suo parcheggiatore. Pizzerie, ristoranti, musei e persino i cimiteri sono sotto la loro supervisione. Il territorio è diviso così bene che, guardando la mappa, ci si rende facilmente conto che la disposizione dei parcheggiatori non può essere del tutto casuale. È come se il territorio fosse stato dato in concessione. Ciascun parcheggiatore ha “diritto” ad una strada o ad una piazza di cui è diventato gestore esclusivo.

Aggressioni al Petraio, in manette il rapinatore seriale

Gli agenti del Commissariato di Polizia “Vomero”, hanno arrestato E.C., un 33enne napoletano, pluripregiudicato, per una tentata rapina aggravata ai danni di un anziano. L’arresto è avvenuto in zona Petraio al Vomero. L’area era da tempo oggetto di un’attività predatoria seriale. Le rapine avvenivano soprattutto nelle ore mattutine ed in serata e le vittime erano sempre giovani donne o persone anziane. Nelle numerose denunce, era sempre stato segnalato un rapinatore solitario, che indossava un giubbotto scuro! e un cappellino con visiera blu, armato di un coltello a serramanico con il quale minacciava le vittime. Il rapinatore seriale aveva colpito numerose volte e la sua attività stava generando allarme nel quartiere e ricevendo spazio anche sui quotidiani. L’uomo profittava del fatto che la zona è particolarmente isolata e difficilmente transitabile con autovetture o motocicli riuscendo ogni volta a dileguarsi dopo la rapina fuggendo tra i vicoli dell’intricato dedalo della zona.

Funicolare, sit-in pacifico: “Si alle corse notturne!”

La funicolare di Chiaia è al centro di un acceso dibattito che coinvolge cittadini ed esponenti delle amministrazioni locali. Un sit in pacifico è stato organizzato ad aprile per chiedere più corse a Metronapoli, con i manifestanti che hanno invaso la stazione vomerese. Un’occupazione allegra, contornata anche da balli festosi, ha coinvolto cittadini, associazioni e utenti della funicolare per ribadire la necessità di migliorare il servizio pubblico serale e notturno. I manifestanti hanno esposto cartelli per chiedere un aumento delle corse della funicolare di Chiaia dopo la riduzione del servizio decisa nelle ultime settimane da Metronapoli. I circa 50 manifestanti hanno urlato la loro voglia di avere mezzi pubblici efficienti in modo da potersi spostare in città anche dopo le 22. L’augurio dei manifestanti è che i nuovi eletti alla V Municipalità riescano ad incrementare il servizio di trasporto pubblico.

Via Luca Giordano, l’isola non c’è: pedoni a rischio

Nata un anno fa, l'isola pedonale di via Luca Giordano seppur giovane attraversa già un periodo di polemiche. Motivo del contendere, la sua trasformazione da area di passeggio a parcheggio a cielo aperto. Secondo Gennaro Capodanno, Presidente del Comitato per i valori collinari, l'assenza di controlli da parte dei vigili ai varchi tra via Luca Giordano e via De Mura favorisce l'utilizzo degli spazi pedonali come sosta per le autovetture da parte di automobilisti indisciplinati, che scambiano uno spazio creato per rendere più vivibile il quartiere per una zona dove fermare in tranquillità l’auto. Eppure per evitare che un’iniziativa lodevole si trasformi nell’ennesimo fallimento, basterebbero poche e semplici mosse. Più controlli ai varchi, magari un presidio fisso della Polizia Municipale potrebbero dissuadere gli automobilisti dal commettere queste infrazioni. Del resto, a farne le spese, è la comunità.

Anm, mazzette per le assunzioni

La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di arresti e perquisizioni nei confronti di funzionari dell'azienda dei trasporti di Napoli e di sindacalisti del settore, che in cambio di mazzette avrebbero favorito assunzioni e trasferimenti di autisti.!L'operazione è stata condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli su delega della Procura ed ha coinvolto diversi soggetti dell'Azienda napoletana mobilità (Anm).!I sindacalisti e i dirigenti, secondo l'accusa, avrebbero consentito assunzioni illecite e trasferimenti di personale in cambio di mazzette e regalie varie.!Ma non solo: la Guardia di Finanza avrebbe accertato che i funzionari infedeli avrebbero anche autorizzato indebitamente il pagamento di somme di denaro per esodi incentivati a dipendenti vicini alla pensione o addirittura già morti.!Funzionari e sindacalisti sono accusati anche di associazione a delinquere. Agli indagati sono inoltre contestati, a vario titolo, i reati di concussione e peculato.

Una questione di cultura

di Enzo Colimoro
Presidente Assostampa Napoli
La cultura è il termometro dello stato di salute e qualitativo di ogni civiltà. Se c'è promozione culturale il paese è avanzato, se non c'è agibilità culturale un paese è barbaro e retrogrado. Non troverete mai un paese civilissimo che ostacoli la cultura, così come non troverete mai un paese arretrato in cui la cultura sia fiorente. Alla luce di questo è chiaro come la rinascita di Napoli non possa non passare per la cultura. A ben vedere, in città, negli ultimi cinque, sei anni, la gestione culturale ha subito le infauste sorti di tutti gli altri settori. Certo, in maniera meno vistosa, vivendo un annichilimento meno rumoroso: ma la differenza tra il disastro monnezza e il disastro cultura è semplicemente che la cultura non puzza. Gli accumuli di spazzatura non potevano non vedersi, arrivando al terzo piano dei palazzi, gli accumulo i di vessazioni, tagl i , irreggimentazioni aride, invece, erano (e sono) tangibili soprattutto per gli addetti del settore, per i fruitori diretti e, solo indirettamente, per la città tutta, che privata della libertà e appoggio culturale ha smesso di crescere, vivendo un involgarimento di rimando. La gestione Bassolino degli ultimi anni aveva trasformato il settore in un ambito di passaggio di fondi, instaurando un clima dittatoriale di regime. L’errore della nuova Regione di Caldoro è stato quello di continuare sulla stessa scia dei predeces s o r i , semplicemente sostituendosi nel ruolo di gestione di ciò che era già irreggimentato. Cultura non è solo gestione di fondi. Cultura vuol dire informazione, conoscenza, scambio, intelligenza, creatività, crescita. Cultura vuol dire immagine comunicata nel resto d’Italia e del mondo. Vuol dire possibilità di nutrimento dello spirito che ha la libertà ed i contenuti per diventare spirito critico, e quindi poco si rassegnerebbe alla mala conduzione anche politica. A dispetto di chi affermerebbe che con la cultura non si mangia, cultura vuol dire cibo della mente, della capacità intellettiva, dei ragionamenti che, attraverso il confronto, l’ascolto e la preparazione, si fanno acuti.!Un esempio per tutti, quello del Premio Elsa Morante: prima manifestazione culturale della Campania per riscontro stampa sui media nazionali, per i grandi nomi coinvolti, per la qualità delle scelte, per la vastità del pubblico. Eppure, l’Elsa Morante, che celebra manifestazioni a Parigi, a New York, e Varsavia, ha dovuto spostare una grossa sezione al Parioli di Roma ed il ramo Cinema a Bratislava. In Campania è riuscito a mantenere la sezione dedicata alla letteratura per Ragazzi, che si è celebrata recentemente a Palazzo Reale, con un successo enorme e con l’enorme assenza dell’Assessorato alla Cultura della Regione Campania. Il riscatto della città, non può che passare per il ripristino dell’agibilità culturale, ogni possibile rinascita non può che passare da qui. Altrimenti sarebbe incompleta, fittizia, supposta. Napoli è una città filogeneticamente aperta e predisposta all’intensità corroborante della cultura. E all’incultura, alla lunga, sbotta. Ha un rigurgito di dignità, di fierezza, di sete di conoscere, di curiosità, di voglia di fare. Quel termometro indica che il malato è vivo, ha voglia di rialzarsi in piedi e la forza di guarire. Ricostituire la normalità è, più che una scommessa, una importante, necessaria,! rivoluzione. E già riuscire a cambiare lo stato delle cose è un’enorme rivoluzione. Una rivoluzione culturale.

Lettere al giornale: Marzo 2011

San Martino, dopo i lavori area abbandonata
Gent.le redazione de "Il Vomero", vorrei sottoporVi una questione annosa che riguarda largo San Martino: da quando sono terminati i lavori di rifacimento del piazzale, la zona è stata abbandonata e di conseguenza sta tornando nello stesso stato di degrado di prima. Che senso ha fare i lavori e poi dimenticarsi di una zona che, tra l'altro, è un punto d'arrivo per molti turisti che visitano la nostra bella Napoli. Vorrei aggiungere che anche le strade che si trovano nelle immediate vicinanze di San Martino sono ridotte in uno stato di incuria preoccupante che fa pensare che nessuno s'interessi della loro manutenzione. Oltre alla spazzatura, non mancano le siringhe dei drogati.
Stefano Giaquinto
Topi e blatte, allarme in piazza Medaglie d'oro
Siamo stanchi di vedere topi e blatte sui marciapiedi e nelle strade di piazza Medaglie d'oro Siamo stanchi di vedere che questi animali roditori s'arrampicano fin sopra agli alberi. Il Comune e la Municipalità non fanno niente, aiutateci.
Lucio Carannante
Le seconde uscite delle stazioni della metro
Metronapoli continua a non ascoltare le richieste degli utenti di Salvator Rosa, Montedonzelli e Rione Alto.
Così come ormai è consuetudine da anni dette uscite vengono puntulamente chiuse per tutto il mese di Agosto, a Pasqua e a Natale.
Non ancora si è capito il motivo, dicono mancanza di personale ma non è affatto così. Qualcuno ci dovrebbe spiegare per quale motivo ad esempio la seconda uscita di Salvator Rosa/Battistello Caracciolo è aperta sempre pur non essendoci mai presente personale di Metronapoli nel casotto di vigililanza.
Sabino Genovese
Buche e dissesti, pericolo in via Caldieri
Sono ormai mesi che le strade circostanti lo stadio Collana rappresentano un vero e proprio percorso a ostacoli per tutti i cittadini, vomeresi e non, che ogni giorno sono costretti ad una gimkana da piloti professionisti, o a prepararsi a saltellare da una buca all’altra, neanche stessero correndo la Parigi-Dakar. Il tutto è iniziato quando a causa delle forti piogge di quest’inverno, una serie di buche (vere e proprie voragini) si sono create, nei pressi della stazione della metro di Quattro Giornate, di fronte al liceo Pansini, all’angolo con via Caldieri e così via. Intervenite!
Riccardo Ferrario

Benzina sempre più su al Vomero è più cara

Il caos in Libia sta provocando un sostanziale aumento del prezzo della benzina in tutta Napoli: il record è a San Giovanni a Teduccio. Ma anche nella zona collinare si registra un rincaro che non soddisfa gli automobilisti: “Dateci le pompe bianche”
Benzina alle stelle. Gli eventi tragici che si stanno verificando in Libia si sono fatti sentire anche in Italia e tra le città più colpite dal caro-benzina c'è Napoli. Le pompe di benzina di San Giovanni a Teduccio hanno fatto registrare il picco più alto del prezzo della benzina in tutta la Penisola: 1.648 euro al litro. Ma anche i distributori del quartiere Vomero, in questi giorni, risultano essere tra i più cari della città. In viale Michelangelo, ad esempio, la diesel costa 1,408 al litro, in via Iannelli invece la acquisterete addirittura a 1,564 euro. Stessa circostanza in piazza Leonardo dove un litro di verde equivale a 1,575 euro ed il diesel a 1,544. Inutile utilizzare motorini, cambiare benzinaio o fare il giro della città: i prezzi sono destinati a salire. I vomeresi chiedono l’intervento delle istituzioni affinchè si possa fermare quest’ennesimo salasso. “Troppe sono le spese che gravano su noi automoblisti - spiega Antonio Esposito, abitante del Vomero - . Se alle spese della benzina, che devo fronteggiare quotidianamente dato che lavoro fuori Napoli, aggiungo anche i continui ed ingiustificati aumenti della tangenziale e dei pedaggi autostradali, alla fine del mese mi ritrovo con un terzo dello stipendio in meno”. Tra i cittadini insoddisfatti c’è anche chi chiede l’installazione di pompe “bianche” in città. “Se questo aumento della benzina non può essere frenato - spiega un tassista - almeno che venga data la possibilità agli automobilisti di scegliere le pompe che non appartengono a nessuna grande marca petrolifera e per questo hanno benzina più economica”.
Paola Di Matteo

Banda del buco in azione in via Gigante

Una rapina della «banda del buco» all' agenzia del Banco di Napoli di via Giacinto Gigante è stata sventata dalla polizia, che ha scoperto un tunnel praticato dai malviventi. Nel pomeriggio gli agenti dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli hanno eseguito un'ispezione fognaria nella zona dell' Arenella. Qui è stato scoperto un tunnel del diametro di circa 40 centimetri profondo circa due metri. La mini galleria partiva da un tombino adiacente e si dirigeva verso l'agenzia dell'istituto bancario di Via Giacinto Gigante. Gli autori dello scavo sono probabilmente riusciti a dileguarsi poco prima dell'arrivo dei poliziotti e sono riusciti a portarsi via gli attrezzi per lo scavo e per lo scasso. Sul luogo è stato trovato materiale di risulta smosso da poco.

Vigili, cappelli e giubbotti made in China

Paradossi napoletani. I vigili urbani che vestono “alla cinese” con abbigliamento realizzato in Cina. Giubbotti e cappellini che indossano gli agenti della Polizia Municipale di Napoli lasciano perplessi i sindacati di categoria. A condannare la scelta operata dal Comando dei vigili urbani è il Lipol, sindacato autonomo di polizia locale, attraverso una nota del segretario generale Daniele Minichini, il quale denuncia che “a fronte delle migliaia di euro spese per sensibilizzare i cittadini sulla sicurezza sul lavoro, non si fornisce gli agenti di vestiario adeguato, come i dispositivi antiaggressione individuale e anti aggressione, ancora per mancanza di fondi, ma ricevono giubbotti e cappellini, ovvero l'uniforme made in China”. Per Minichini, inoltre, il look cinese è considerato di “brutta vestibilità”. Calpestare la dignità dei lavoratori non deve essere consentito quando in gioco è poi anche la salute degli stessi lavoratori”. Sull'argomento è intervenuto anche l’ex consigliere comunale Carmine Attanasio, che dopo aver raccolto le lamentele di molti agenti della Polizia Municipale, chiede un’inchiesta interna sulle gare di appalto per le divise dei vigili urbani che, spiega Attanasio, “sono palesemente di dubbia qualità”.

Il premio Nobel per l'Economia? Non esiste!

Il riconoscimento non era previsto da Alfred Nobel ma fu introdotto dalla Banca di Svezia suscitando polemiche e richieste di chiarezza sulla sua natura
Capita spesso che supposte verità non riescano a superare il banale ostacolo di una semplice verifica.
L’intero mondo economico è afflitto da una crisi mondiale devastante ed ancora oggi non è chiaro che cosa sia davvero successo. È strano altresì come in pochi si interroghino sul perché nessuno dei “Premi Nobel per l’Economia” l’avesse prevista. Molte cause pare siano da attribuire alla finanza dei “derivati” e dei collaterali sui quali gli economisti Myron Scholes e Robert Merton avevano vinto il “Premio Nobel per l’Economia” nel 1997 con la motivazione: “Per un nuovo metodo nella determinazione del valore dei prodotti derivati”. Avevano elaborato un modello matematico per predire perfettamente il valore futuro di un titolo derivato: la formula di Black Sholes; che diede grande spinta al mercato dei futures, cioè quei contratti a scadenza che, non impegnando il capitale consentono di acquistare o alienare a un prezzo prestabilito.
L’idea fu fatta presto passare per la “scoperta economica del secolo”. Analizziamo i risultati di quella scoperta.
Il crac di Wall Street del 1987 fu proprio causato da quell’equazione; dieci anni dopo ci fu il fallimento per l’Hedge Fund LCTM (con una perdita di 2mld di dollari) del quale i due matematici erano diventati soci. Paradossalmente - o forse no - proprio nelle settimane in cui il fondo (poi fallito) cominciava a scricchiolare, i “luminari dell’economia” furono insigniti del Premio Nobel.
Ma arriviamo alla sostanza. Il Premio Nobel per l’Economia che non esiste!
I Premi Nobel, come nelle intenzioni di Alfred Nobel, ogni anno vengono finanziati dalla Fondazione Nobel ed assegnati dall’Accademia Reale delle Scienze di Svezia; che insignisce unicamente i luminari della Matematica, della Chimica, della Medicina, della Fisica e della Pace. Il “Premio Nobel per l’economia” è dunque un “Premio Nobel Pizzotto” finanziato dalla Banca Centrale Svedese e non dalla Fondazione Nobel. Il suo vero nome è: <> e viene consegnato, creando ulteriore equivoco, egualmente il 10 dicembre di ogni anno.
In Svezia, da qualche anno, si è creato un movimento di opinione di economisti e politici, capeggiato da Peter Nobel, il discendente di Alfred, che chiede di fare chiarezza sull’argomento.
Da idea nasce idea …. Tra “Premi Nobel” pizzotti, la futura amministrazione della città di Napoli potrebbe farsi promotore di un pizzotto “Premio Nobel per l’Ambiente”. Potrebbe crearsi così un movimento di opinione che candidi alla vittoria la sindaca Rosa Russo Iervolino con la seguente motivazione: “Per la sapiente gestione della vicenda rifiuti”. Se hanno vinto quello dell’economia i due matematici di Harvard, poi falliti, perché lei non potrebbe vincere quello dell’ambiente?
Gerardo Antelmo
giornalista Radiorai
info@gerardoantelmo.it

Ex Gasometro, il progetto dimenticato

Il piano per trasformare l'area in un parco urbano non è mai decollato
Mentre il medico studia, il malato muore. Stiamo parlando del presunto e tanto pubblicizzato dal Comune e dalla V municipalità, parco urbano dell'ex area del gasometro,ubicata tra vico Cacciottoli e viale Raffaello,nel nostro quartiere. L'area, di circa 14.000 mq, è di proprietà di una famiglia napoletana la quale, nel 2001propose, al Comune di Napoli, la cessione del suolo in cambio di una concessione per la costruzione di un parcheggio interrato (Legge Tognoli) di 150 auto su un lotto di 3.000 mq dei 14.000 totali. A quanto pare questa diatriba sinallagmatica è naufragata ed il Comune nel 2008 ha espropriato l'area con il fine di adoperarsi per la riqualificazione della stessa. Siamo nel 2011 e nulla è cambiato tranne una delimitazione provvisoria in rete rossa da cantiere ed un arrangiatissimo cancello posto all'ingresso, dal lato di viale Raffaello. Solo per progettare di sfruttare al meglio tale area, l'Amministrazione comunale ha impiegato quasi dieci anni. I cittadini sperano di poter usufruire di tali spazi in tempi brevi, forse ricordando la massima mazziniana “pensiero e azione” ma si teme che per la realizzazione di tale parco,passino un altro paio di lustri poichè l'organizzazione del Comune è rinomata per la sua lentezza. Allo stato attuale delle cose tutto sembra essere in alto mare e non si intravede neppure il faro di questo nuovo porto che potrebbe aiutare a riqualificare un'intera zona urbanizzata, forse anche selvaggiamente negli anni 60 e caotica. Speriamo che l'ennesimo “degente”, abbandonato nella corsia della burocrazia, resista almeno fino alla designazione della prossima classe dirigente. Se così non dovesse essere, come, purtroppo, è facile ipotizzare, tale area fino ad ora indenne dalla cementificazione potrebbe divenire una discarica a cielo aperto o, peggio ancora, un centro di aggregazione di tossicodipendenti.
Cesare Schiattarella

La metro è senza soldi 
ma si assume ancora

Il servizio per l'utenza della metropolitana collinare peggiora di giorno in giorno, Metronapoli pensa a tagli e licenziamenti ma poi viene annunciato un corso di buone maniere per i dipendenti da affidare ad una nuova collaboratrice esterna
I servizi offerti nelle stazioni della metropolitana collinare di Napoli sono sempre più scadenti (corse dei treni a rilento, lunghe attese, monitor che non funzionano da mesi, scarsa pulizia) ma i dipendenti, presto, potrebbero essere più gentili con i passeggeri. E' il paradosso che arriva da Metronapoli, società che di recente si è accorta che “bisogna far leva su professionalità, garbo, accoglienza e dialogo col viaggiatore” decidendo di avviare un corso per i dipendenti. Per realizzare il suo intento, l’Amministratore delegato di Metronapoli, Antonietta Sannino - in una comunicazione del 31 gennaio 2011 - ha annunciato al personale la nomina di una collaboratrice esterna per migliorare, attraverso gli approcci comportamentali del personale, il servizio all’utenza. Un corso di buone maniere, insomma, dovrebbe risolvere i problemi? Tanto è bastato ai sindacati di categoria per sollevare la polemica e porre una domanda: “Ma i soldi ci sono oppure no? Come mai si spendono in collaborazioni esterne?”. Il segretario provinciale della Ugl Trasporti, Luigi Cestari definisce l’iniziativa di Metronapoli “contro ogni logica di buona amministrazione”. “Fino a ieri si minacciavano licenziamenti e tagli al servizio perché non c’erano risorse - spiega Cestari - ed oggi scopriamo che l’azienda trova i denari per assumere una collaboratrice esterna: dobbiamo pensare che l’Amministratore delegato abbia un salvadanaio nascosto visto e considerato che va raccontando che non ci sono fondi per i servizi all’utenza ma poi li trova per insegnare le buone maniere ai lavoratori”.
Alessandro Migliaccio

Guardia giurata mette in fuga i rapinatori

Hanno tentato l'assalto ad un'agenzia bancaria di via Morghen ma sono stati messi in fuga dall'intervento di un coraggioso vigilantes. E' accaduto il 4 febbraio scorso al Vomero, quartiere in cui i controlli per prevenire scippi e rapine, purtroppo, non bastano mai. In tre hanno rinchiuso il vigilantes in un guardiola ma la guardia giurata è riuscita ugualmente a far scattare l'allarme. Sul posto è giunta immediatamente la polizia e i tre malviventi che stavano per accedere all'interno della banca hanno dovuto rinunciare al colpo, allontanandosi precipitosamente. In zona sono giunte numerose pattuglie della polizia mentre un elicottero ha sorvolato diverse volte le strade della zona collinare di Napoli.

L'importanza
 di associazioni
e comitati civici

Dall'Assoutenti guidata da Antonio Di Gennaro e Sabino Genovese (anche portavoce dei residenti di via Santa Maria della Libera) al Comitato Valori Collinari di Gennaro Capodanno, dal movimento Verdecologista di Carmine Attanasio a NoiConsumatori di Angelo Pisani: sono tante le associazioni di “cittadini attivi” presenti nei quartieri Vomero e Arenella. L'elenco è lungo. Per fortuna. Sono loro il cuore pulsante di una zona di Napoli, quella collinare, che non ci sta a subire passivamente ingiustizie, disservizi e sprechi di denaro pubblico. Le associazioni di cittadini impegnati per migliorare la realtà della nostra città ed in particolare dei quartieri Vomero e Arenella hanno il grande merito di tentare di svegliare le coscienze degli altri residenti e di fornire un insegnamento necessario ai più giovani: quello di lottare per ciò in cui credono senza mezzi termini. Per i valori in cui credono. Come la giustizia e l'onestà. Come il diritto ad avere più servizi che disservizi.
(ale. mig.)

I parcheggi, le minacce e i “guardamacchine”

Nella zona collinare si concentrano gli interessi di chi vuole speculare sull'assenza di posti auto. I garage sotterranei spuntano come funghi. Ma in strada, come accade fuori al Santobono, regnano gli aubivi ed il traffico. Intimidito il presidente Coppeto
I cantieri per la costruzione di parcheggi, al Vomero a all'Arenella, spuntano come funghi. Ogni posto è buono per costruire box pertinenziali. Ogni posto è buono per fare affari. E alla fine poco importa che si risolvano davvero i problemi di viabilità o di assenza di posti auto per i residenti: l'unica cosa che conta è battere cassa. E il più in fretta possibile. E' accaduto, per esempio, a largo Celebrano, a ridosso dell'ingresso dell'ospedale pediatrico “Santobono”, dove sarebbe servita una struttura in grado di contenere le auto di chi si reca in ospedale. Un piano del parcheggio interrato poteva essere destinato proprio alla sosta temporanea delle vetture dei familiari dei piccoli pazienti del “Santobono” ma così non è stato. Ed ora, mentre si fatica a piazzare ai residenti i box pertinenziali costruiti e rimasti vuoti con continue telefonate in cui si ricorda che “ci sono ancora posti auto disponibili nella struttura”, in strada regnano incontrastati i parcheggiatori abusivi che impongono il pizzo sulla sosta all'ingresso dell'ospedale nonostante la presenza dei vigili urbani. In piazza Muzii, invece, il traffico è paralizzato da quando c'è il cantiere per i box sotterranei. Un altro garage sotterraneo che poteva snellire il traffico diretto alla zona ospedaliera ma invece, così come progettato, farà solo gli interessi di pochi, ovvero di chi vende e di chi ha le possobilità di comprare i box. Per il resto “arrangiatevi”. Intanto, in via Morghen spuntano scritte intimidatorie rivolte al presidente della V Municipalità, Mario Coppeto: “Lascia stare i parcheggi”. Tra pochi mesi ci sono le elezioni e, con o senza Coppeto, l'affare-parcheggi è destinato a non fermarsi.
Alessandro Migliaccio

Furto alla Coin
: prese tre donne

I grandi magazzini presi di mira dai ladri ma l'intervento della vigilanza fa scattare gli arresti.
Gli agenti del Commissariato di Polizia “Vomero” hanno arrestato, il 4 marzo, in due circostanze diverse e a distanza di 20 minuti, tre donne che stavano rubando all’interno nei grandi magazzini Coin nel quartiere Vomero. Il personale addetto alla vigilanza ha chiamato la Polizia. Gli agenti, giunti sul posto, nel mentre stavano per condurre le due ladre al Commissariato, hanno notato ed arrestato anche una cittadina russa che, approfittando della confusione, si stava impossessando di due confezioni di profumo del valore di € 183.

Negozi flash. Arrivano i “Temporary store”

Le attività di ultima generazione s'insediano in zone d'elite
Anche al Vomero impazza la moda del Temporary Store. L’ultimo, in ordine di tempo, ha aperto i battenti in questi giorni nell’isola pedonale della centralissima via Scarlatti. Il fenomeno è abbastanza recente, nascendo a Londra nel 2003 con i “Guerrilla stores”, negozi sorti per eliminare le scorte di magazzino ed è stato poi esportato anche a New York, che di recente ha dedicato una vera e propria fiera ai cosiddetti Pop-up store. In Italia questo modello di shopping occasionale ha visto la luce per la prima volta nel febbraio 2005 a Milano. I Temporary Stores sono negozi che s’insediano per un periodo di tempo predeterminato e, in genere, limitato, in un’area posta in zone esclusive e alla moda, come gallerie d'arte, spazi abbandonati o sulle strade dello shopping delle principali città. L'innovativa tendenza di marketing mira a catturare l'attenzione del pubblico con veri e propri happening, focalizzando l’interesse dei potenziali clienti su alcuni aspetti tra i quali appunto la durata limitata di questa presenza.
Gennaro Capodanno

La sfida antiracket: 
aiuti per chi si ribella

Iniziativa del Comune di Napoli per dare un aiuto concreto a chi non paga il racket: previsti sgravi fiscali per le attività commerciali che dicono “no” al pizzo. L'elogio di Enzo Perrotta (Ascom Vomero): “Solo così si riesce a vincere questa battaglia”
Aiuto e sostegno a chi denuncia il racket . E’ l’iniziativa del Comune di Napoli a supporto delle imprese più coraggiose. Palazzo San Giacomo pagherà le tasse a tutti i commercianti che denunceranno l’usura grazie ad uno stanziamento di centomila euro pensato ad hoc. Sgravi fiscali a tutti gli effetti che alleggeriranno il pagamento Ici, Tarsu, Cosap, Icp, e concessioni per aree mercatali. Sull’argomento si è espresso anche Vincenzo Perrotta, Presidente del Centro Commerciale Vomero/Arenella che proprio un anno fa al Vomero ha inaugurato lo sportello SosUsuraCredito affermando che: “la crisi economica non affievolisce i comportamenti rigidi delle banche che tendono a divenire talmente vessatori da spingere verso l’usura”. L’ente è strutturato su un sistema di denunce e segnalazioni che possono essere inviate tramite e-mail per garantire la rintracciabilità e la privacy di chi denuncia. Ma come evidenzia ancora Vincenzo Perrotta “la premialità non è abbastanza da sola per vincere questa battaglia di legalità”. “E’ necessario - aggiunge Perrotta - un continuo monitoraggio territoriale per battere la piaga del racket a Napoli”. Una piaga che sembra colpire particolarmente la zona collinare della città. Non a caso, infatti, soltanto nel quartiere Vomero, infatti, sono numerosi i commercianti che rischiano di chiudere o di finire nel vortice dei “cravattari” per gli aumenti dei costi di gestione e dei fitti e per le difficoltà creditizie con le banche. L’obiettivo è bloccare la devastante crisi che mette in ginocchio il commercio locale.
Paola Di Matteo

Solo due carri attrezzi ed è boom di ganasce

Le automobili in divieto di sosta che bloccano la circolazione non vengono rimosse a causa dell'assenza di mezzi gru. E la Napolipark incassa di più con i bloccaruote. L'amara ammissione dell'assessore Scotti: “Non possiamo prelevare le automobili”
“Non possiamo provvedere alla rimozione forzata delle auto che occupano abusivamente gli stalli per disabili”. E' la risposta contenuta in una lettera inviata dall'assessore comunale alla Legalità, Luigi Scotti ad un dipendente di Palazzo San Giacomo che segnalava la presenza dell'auto di un consigliere comunale in un posto riservato ai disabili in piazza Municipio. Lui - il denunciante - si chiama Gianluca Attanasio ed è un campione paralimpico e referente per l'handicap della Uil-Flp del Comune. Qualche giorno fa ha scritto all'assessore Scotti per denunciare che “i posti riservati ai dipendenti disabili del Comune sono sempre occupati da auto non autorizzate, in spregio all'ordinanza sindacale n.170” e che “la vettura di un consigliere comunale è parcheggiata in uno degli stalli”. “Già l'anno scorso Scotti mi rispose di aver predisposto controlli da parte della polizia municipale per provvedere alla contravvenzione ed alla rimozione forzata con carro attrezzi delle auto che occupavano abusivamente i posti dei disabili”. Secca la nuova risposta dell'assessore alla Legalità: “può capitare che alcune auto occupino abusivamente i posti per disabili ma non possiamo provvedere alla rimozione delle auto”.
La verità? Al momento ci sono solo due carri attrezzi che girano in città e quasi sempre sono uno dietro all'altro. Ecco perché, anche al Vomero, si registra un boom di ganasce alle auto che non fa altro che arricchire le casse della Napolpark. Se le auto intralciano la viabilità, infatti, vanno rimosse con il carro attrezzi per liberare la carreggiata e non bloccate con le ganasce.
Alessandro Migliaccio

Un giornale che mancava da anni

Un giornale del Vomero fatto dai vomeresi e per i vomeresi. L'idea di realizzare questo progetto mi è stata sussurrata più volte all'orecchio ngli ultimi anni da rappresentanti delle associazioni o dei comitati civici di quartiere, da negozianti, da colleghi giornalisti e da personaggi più o meno famosiche hanno in qualche modo un legame con il Vomero e l'Arenella. E' come se la gente avvertisse il bisogno di una rivista che analizzasse in maniera specifica ed approfondita la realtà vomerese, come anni fa accadeva, per esempio, con l'esperienza di “Vomero news”. Ed è condivisa - credo - da tutti coloro che vogliono “avere voce in capitolo”, ovvero che desiderano avere a disposizione uno spazio in cui poter esprimere le loro opinioni, le critiche ed i suggerimenti in merito alla vita cittadina ed alle scelte che compie chi governa Napoli ed in particolare la quinta Municipalità. Su questo giornale, infatti, saranno sempre ben accetti gli articoli e le lettere di tutti i cittadini e non solo di quelli più famosi che di volta in volta interverranno. “Il Vomero e dintorni”, dunque, nasce da una precisa volontà ed inoltre nasce con un preciso obiettivo: creare uno strumento per la comunità vomerese, un luogo di confronto e di denuncia, uno spazio in cui sarà possibile avere chiara la “fotografia” di quello che accade ma anche avanzare proposte costruttive oppure semplicemente sfogarsi per i disservizi e le ingiustizie di tutti i giorni. Ovviamente, per essere incisivi, bisogna dare a questa iniziativa la dovuta visibilità. Come? Innanzitutto distribuendo ogni mese migliaia di copie gratuite e diffondendo i contenuti del giornale anche sul web. In secondo luogo, poi, “Il Vomero e dintorni” è inserito nel circuito della rassegna stampa del Comune di Napoli e di altri importanti enti locali e nazionali. E allora non ci resta che avviare questa nuova avventura sperando di riuscire nel nostro intento.

L'editoriale
di Alessandro Migliaccio giornalista de “Le Iene”

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