Una questione di cultura

di Enzo Colimoro
Presidente Assostampa Napoli
La cultura è il termometro dello stato di salute e qualitativo di ogni civiltà. Se c'è promozione culturale il paese è avanzato, se non c'è agibilità culturale un paese è barbaro e retrogrado. Non troverete mai un paese civilissimo che ostacoli la cultura, così come non troverete mai un paese arretrato in cui la cultura sia fiorente. Alla luce di questo è chiaro come la rinascita di Napoli non possa non passare per la cultura. A ben vedere, in città, negli ultimi cinque, sei anni, la gestione culturale ha subito le infauste sorti di tutti gli altri settori. Certo, in maniera meno vistosa, vivendo un annichilimento meno rumoroso: ma la differenza tra il disastro monnezza e il disastro cultura è semplicemente che la cultura non puzza. Gli accumuli di spazzatura non potevano non vedersi, arrivando al terzo piano dei palazzi, gli accumulo i di vessazioni, tagl i , irreggimentazioni aride, invece, erano (e sono) tangibili soprattutto per gli addetti del settore, per i fruitori diretti e, solo indirettamente, per la città tutta, che privata della libertà e appoggio culturale ha smesso di crescere, vivendo un involgarimento di rimando. La gestione Bassolino degli ultimi anni aveva trasformato il settore in un ambito di passaggio di fondi, instaurando un clima dittatoriale di regime. L’errore della nuova Regione di Caldoro è stato quello di continuare sulla stessa scia dei predeces s o r i , semplicemente sostituendosi nel ruolo di gestione di ciò che era già irreggimentato. Cultura non è solo gestione di fondi. Cultura vuol dire informazione, conoscenza, scambio, intelligenza, creatività, crescita. Cultura vuol dire immagine comunicata nel resto d’Italia e del mondo. Vuol dire possibilità di nutrimento dello spirito che ha la libertà ed i contenuti per diventare spirito critico, e quindi poco si rassegnerebbe alla mala conduzione anche politica. A dispetto di chi affermerebbe che con la cultura non si mangia, cultura vuol dire cibo della mente, della capacità intellettiva, dei ragionamenti che, attraverso il confronto, l’ascolto e la preparazione, si fanno acuti.!Un esempio per tutti, quello del Premio Elsa Morante: prima manifestazione culturale della Campania per riscontro stampa sui media nazionali, per i grandi nomi coinvolti, per la qualità delle scelte, per la vastità del pubblico. Eppure, l’Elsa Morante, che celebra manifestazioni a Parigi, a New York, e Varsavia, ha dovuto spostare una grossa sezione al Parioli di Roma ed il ramo Cinema a Bratislava. In Campania è riuscito a mantenere la sezione dedicata alla letteratura per Ragazzi, che si è celebrata recentemente a Palazzo Reale, con un successo enorme e con l’enorme assenza dell’Assessorato alla Cultura della Regione Campania. Il riscatto della città, non può che passare per il ripristino dell’agibilità culturale, ogni possibile rinascita non può che passare da qui. Altrimenti sarebbe incompleta, fittizia, supposta. Napoli è una città filogeneticamente aperta e predisposta all’intensità corroborante della cultura. E all’incultura, alla lunga, sbotta. Ha un rigurgito di dignità, di fierezza, di sete di conoscere, di curiosità, di voglia di fare. Quel termometro indica che il malato è vivo, ha voglia di rialzarsi in piedi e la forza di guarire. Ricostituire la normalità è, più che una scommessa, una importante, necessaria,! rivoluzione. E già riuscire a cambiare lo stato delle cose è un’enorme rivoluzione. Una rivoluzione culturale.

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